mercoledì 13 agosto 2014

Il giudice e il suo boia

Friedrich Durrenmatt- Il giudice e il suo boia- Universale economica Feltrinelli -  Milano 2002
pp.109.

Di genere poliziesco, questo romanzo breve di Durrenmatt  si snoda  nell’atmosfera grigia e fredda di una Svizzera invernale poco accogliente e per niente oleografica, come spesso siamo abituati a pensarla.
Il protagonista della storia, l’ ispettore Barlach, alle prese con le indagini sull’omicidio del tenente della polizia di Berna, ispettore Schmied, è vecchio e malato e animato da un unico desiderio professionale e di vita: mandare in galera un certo Gastmann, uomo altolocato, sostenuto da una rete di relazioni importanti che spaziano dal campo del commercio internazionale, alla politica e alla cultura. Uomo intraprendente ma malavitoso, colpevole di numerosi omicidi per i quali non si sono mai trovate prove.
Barlach ha giurato a se stesso di incastrarlo e prima della sua morte, che il suo amico medico Hungertobel ha previsto da lì a qualche anno, costruisce una tela ampia e sofisticata per realizzare il suo obiettivo. Ma sulla sua strada intervengono degli imprevisti, nonostante i quali l’ispettore, carico di anni  e di esperienza, riesce tuttavia a realizzare il suo  intento.
Durrenmatt in questo suo breve romanzo dà un saggio del suo talento magistrale nell’architettura di un giallo che, nella sua asciuttezza e linearità, nulla lascia alla ridondanza né ai pretesti e ornamenti letterari che in molti romanzi del genere citato, più che allontanare il lettore dalla soluzione del caso, agiscono come espedienti per distoglierlo dall’intreccio e sviarne l’attenzione.
Viceversa Durrenmatt avvinghia il lettore costringendolo all’attenzione più totale al suo testo, nulla concedendo alla divagazione ma, di contro, invitandolo ad esercitare logica e raziocinio per condurlo sullo stesso piano della scrittura. Il lettore così avvinto, viene inchiodato alla pagina scritta fino al disvelamento finale, dove nulla viene tralasciato e ogni oggetto, ogni personaggio, ogni azione trova ragion d’essere nella narrazione coesa e compatta della storia.

Pochi gialli di autori, a noi più vicini, possono vantare lo stesso grado di coerenza tra tutte le componenti stilistiche, retoriche e di intreccio simili a questa di Durrenmatt. L’estrema letterarietà del breve romanzo non inficia la scorrevolezza né il piacere della lettura. Al contrario la qualità dello stile, lo stesso che ritroviamo in altre opere dello stesso autore, è il mezzo attraverso il quale il lettore, anche il meno letterariamente avvertito, può penetrare nei meandri della costruzione archetipica della vicenda e comprenderne le ragioni profonde e motivanti. Da leggere senz’altro anche ad agosto.

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